di Mathieu Porcellana 

Il 24 febbraio siamo stati sconvolti tutti da quello che stava accadendo in Ucraina. Nessuno si aspettava ciò, o forse nessuno voleva ammettere che sarebbe potuto accadere, ma poco importa ormai. 

La retorica del governo russo che vede nel suo omologo ucraino una “banda di drogati neonazisti” viene supportata dai latrati del patriarca Kiril che benedice la guerra come strumento contro la lobby gay europea. 

Del resto, insieme ai nazisti drogati la lobby gay non poteva mancare. Ed è proprio sulla comunità LGBT ucraina che vorrei soffermarmi.

L’Ucraina non è di certo famosa per le aperture alla comunità queer, ma la suddetta ha visto un barlume di speranza con l’avvento di ZelenskyBarlume disatteso, ahimè. 

Ma gli stessi attivisti LGBT ucraini ora hanno indossato le divise mimetiche e si preparano allo scontro contro i russi. Questo perché sono consci di non essere amati in Ucraina, ma lontano anche del fatto che se la Russia dovesse prendere il paese, loro sarebbero i primi a cadere

“Uccideremo Putin e la comunità gay dell’Ucraina resisterà all’occupazione russa anche se la discriminazione dovesse perpetuarsi qui a casa nostra e, del resto, l’alternativa è insopportabile”. Così si pronuncia Veronika Limina, attivista LGBT militare.

Russian troop werewas

I manifestanti LGBTQI+ contro le truppe russe non ci vanno di certo leggeri.

Il sito Gay.it riporta “Del resto, soltanto qualche giorno prima dell’invasione del 24 Febbraio, fonti americane avevano rivelato il piano di Putin e dell’esercito russo: arrestare e uccidere attivisti LGBT ucraini non appena la Russia avesse preso il controllo del paese.”

Il regime di Putin non ha mai nascosto il suo disprezzo verso la comunità QueerLo dimostrano le leggi contro la propaganda gay approvate in Russia.

Putin, come ogni altro dittatore, ha bisogno di nemici. Veri o inventati, questi sono indispensabili per la sua propaganda. Necessita disperatamente di contrapporre i russi qualcun altro, sia questo occidentale, ateo, omosessuale o appartenente a qualsiasi minoranza, per poter rendere più coesa l’opinione pubblica attorno a lui.

L’est Europa ha visto, dopo il disfacimento dell’Unione Sovietica, la crescita esponenziale di movimenti e partiti di ispirazione neonazista, la Russia ovviamente non è rimasta immune a questo fenomeno.

Alimentata dalla propaganda di governo che vorrebbe una Russia rispettata dal resto del mondo, il virus del nazionalismo si è insinuato brutalmente scoppiando come un’epidemia tra i giovani russi, i quali vista la situazione economica diversamente rosea del loro paese, preferiscono autoglorificarsi con i miti travisati sulla razza ariana e prendersela con i non russi e i non bianchi, piuttosto che con il governo.

Politicamente questi estremisti sono rappresentati dal NSO, ossia il partito nazionalsocialista russo, con pochi rappresentanti nella Duma. Un reporter americano girò il documentarioDalla Russia con Odio” il quale mostrava il panorama dell’estrema destra russa.

Il reporter in questione ebbe il “piacere” di conoscere un certo Tesak, skinhead russo, addetto alla propaganda e alla diffusione dei video con i pestaggi. Tesak venne alla fine arrestato, ma avrà poi modo di far riparlare di sé stesso.

Tesak

Tesak.

 

In seguito al crollo dell’Unione Sovietica, l’omosessualità, considerata una malattia dell’Occidente imborghesito, venne depenalizzata nel privato nel 1993. Non vennero però mai emesse leggi per equiparare i matrimoni omosessuali a quelli eterosessuali.

Nel 2013 Putin firma una legge che vieta la propaganda di qualsiasi attività sessuale ai minori che non sia il rapporto eterosessuale. Nel 2012, ha inoltre vietato la celebrazione del Pride da qui ai prossimi 100 anni, dichiarandolo illegale.

Le leggi omofobe, addirittura, comprendono il divieto di guida per le persone transessuali giudicate, a causa della terapia ormonale, soggetti instabili e quindi potenzialmente pericolose. Molte sono state le proteste contro questi provvedimenti, proteste quasi sempre chiuse conclusesi con dall’intervento della polizia che ha sempre arrestato i manifestanti, definiti dalla propaganda nemici della Russia. Sulla scia di queste leggi liberticide la violenza, che prima vedeva vittime gli stranieri (e in minima parte gli omosessuali), ora ha ampliato il suo raggio. 

Negli ultimi dieci anni è emerso il movimento Occupy Pedophilia, organizzazione che come obiettivo vuole smascherare e punire i pedofili presenti in Russia. Ovviamente l’associazione pedofilia-omosessualità è presto fatta. Numerosi sono gli omosessuali adescati, torturati e costretti a confessare crimini che non hanno mai commesso, quali violenze sui minori. 

L’ideatore di questo movimento è Maxim Sergeyevich Martsinkevich altrimenti noto come Tesak. Eccolo ricomparire in diversi video, dove tortura le sue vittime ree di fantomatici stupri verso bambini a confessare questi crimini usando vibratori come microfono e obbligandoli a purificarsi ingurgitando orina.

Queste violenze vengono riprese e trasmesse sul web, spesso inviate anche ai famigliari delle vittime, le quali per l’umiliazione subita si suicidano.

Piccolo intermezzo, Tesak una volta arrestato nuovamente per appropriazione indebita di fondi, venne ritrovato in carcere morto, il corpo presentava diversi segni di torture e brutalità. Il penitenziario russo classificò la morte come suicidio.

Chi semina vento raccoglie tempesta, così è successo per Tesak. I suoi compagni di cella appartenenti alle minoranze a cui lui dava la caccia potrebbero forse avergli voluto restituire il favore? 

La Comunità Internazionale ha più volte ripreso la Russia, criticando le leggi emanate contro l’omossessualità. Sia le Nazioni Unite sia le istituzioni dell’Unione Europea si sono espresse in modo avverso a queste sistematiche persecuzioni, invitando la Russia a rivedere le sue posizioni in tema, poiché le suddette misure sono una chiara violazione dei diritti umani e del diritto internazionale che la stessa Russia è obbligata a rispettare.

La Russia è stata multata dalla CEDU per queste gravi violazioni. Lyudmila Alexeyeva, attivista per i diritti LGBT in Russia, descrive la situazione come un ritorno al Medioevo.

Inutile dire che le posizioni critiche dell’Europa non hanno fatto che aumentare il divario tra la Russia timorata di Dio e conservatrice e l’Occidente “debosciato e servo delle banche”, così descritta dalla propaganda. Intanto in Russia i vari Tesak continuano a operare impuniti, creando sempre di più un clima del terrore che ricorda i pogrom, ma questa volta non più ai danni degli ebrei.

Questa è la democratica Russia, che combatte il regime dei “drogati neonazisti”. 

Kyivpride

Una manifestazione del KyivPride in tempi di pace. In questo momento, molti attivisti hanno scelto di combattere.

A supporto della comunità LGBTQI+ Ucraina che non combatte solo per il proprio paese, ma per la sua stessa sopravvivenza, si stanno mobilitando raccolte fondi per poter fornire l’aiuto necessario. 

Come Associazione abbiamo deciso di recarci lungo il confine tra Polonia e Ucraina, dove si sono riversati milioni di profughi, per portare donazioni e prestare aiuto.

Come sempre, ci troverete nelle zone di confine per fare quello che possiamo. Se vuoi saperne di più sul nostro viaggio e sulla raccolta, clicca qui.