di Mathieu Porcellana 

La guerra in Ucraina, il conflitto che la Russia ha fatto scoppiare per la “denazificazione del paese” e che sarebbe dovuto durare pochi giorni, imperversa ancora oggi. Ogni giorno, ci arrivano notizie scioccanti che riguardano i delitti commessi dalle forze di occupazione. 

A pagarne le spese però sono sempre gli ultimi. Quelle persone che non vogliono aver a che fare con questo conflitto ma che nolenti o volenti sono messe in mezzo senza avere la possibilità di scegliere se parteciparvi o poterne fuggire. 

In Ucraina oggigiorno tutti gli uomini dai 18 ai 60 anni hanno l’obbligo di battersi per il loro paese. 

Questo significa che tutte le persone registrate come persone di sesso maschile devono sottostare a questa legge.  Il problema sussiste quando questa legge colpisce persone che seppur siano registrate come maschi, maschi non lo sono

È il dramma che sta colpendo la comunità trans Ucraina e nello specifico la comunità di donne trans, le quali vengono obbligate a restare nel paese e a servire nell’esercito. 

Judis Andersen, ragazza trans Ucraina, denuncia, in un’intervista realizzata da Gepi Cucciari lo scorso 30 marzo, la condizione delle ragazze trans ucraine. Dal divieto di espatriare alle molestie subite al confine dalla polizia polacca

“Il doganiere mi ha detto che sono un uomo e che dovevo combattere. Pura transfobia. E’ stato vergognoso e terribile. Sono dovuta restare in Ucraina. Quello che è successo a me è successo a tantissime altre donne trans.”

Così racconta Judis. Il suo terrore è quello di dover finire sul fronte a combattere, cosa che non può è non vuole minimamente fare.

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Judis Andersen intervistata da Gepi Cucciari durante il programma “Che succ3de?

Allo stesso tempo, come abbiamo già raccontato qui, la comunità LGBTQ Ucraina si è mobilitata, combattendo l’invasore russo in divisioni da essa create. Facendolo e rimanendo però solidale verso le persone più svantaggiate della comunità LGBTQ, offrendo loro supporto e cercando di aiutarle a scappare dal paese o tenendole lontane dal fronte. 

L’associazione dei militari LGBTQ Ucraini ha inoltre chiesto a gran voce agli attivisti queer, oltre ai costanti approvvigionamenti di armi e munizioni, anche fornitura di ormoni.

Questo è fondamentale per permettere alle persone trans di poter continuare la transizione e tutelare la loro salute, dato che si tratta di una terapia farmacologica che non può essere interrotta senza gravi conseguenze per la salute

Il canale TelegramEmbrace the Femme“, transfemminista di cultura trans e non binary, sta diffondendo informazioni con i servizi offerti dai vari gruppi di attivisti europei per aiutare le persone LGBTQ ucraine. 

A dimostrazione che né le guerre né i confini possono fermare una comunità unita e favolosa, come quella Queer.