di Fernanda Torre 

Ho conosciuto Ilaria di MEDU nel 2020, nel pieno di un lockdown intenso ed estenuante. A dicembre 2021, decido di risentirla per raccontarle di una piccola intervista che era in programma per il mese successivo.

Ilaria era andata via. Al suo posto ho incontrato “virtualmente” Alice. Da subito un’incredibile disponibilità nel raccontare e descrivere il progetto di MEDU tra Rosarno, la piana di Gioia Tauro e Taurianova, nel cuore della Calabria, nel cuore pulsante di un territorio che ogni anno accoglie circa 2.000 braccianti stagionali.

Per chi non conoscesse il progetto, MEDU arriva ogni anno verso la fine dell’autunno, per seguire il percorso dei braccianti stagionali. Molti arrivano dalla Puglia, qualcun altro dalla zona del saluzzese, pochi dall’agro pontino.

Il lavoro di MEDU dura circa quattro mesi, da dicembre a fine marzo. Un lavoro di assistenza e sussistenza, scandito da tre uscite settimanali, una in ogni sito toccato dall’equipe e da tanto lavoro sul campo.

MEDU opera in tre zone e di seguito potete leggere i numeri degli abitanti tra il 2021 e il 2022. Rispettivamente, a San Ferdinando sono state contate 300 persone, nel campo container di Rosarno 250 persone e, nelle campagne che si snodano tra drosi, rizziconi, circa 70 persone suddivise in due casolari. 

Sia il primo che il secondo sono insediamenti informali che in passato erano gestiti dalle Amministrazioni dei Comuni afferenti. Il terzo è ampio e vario, si tratta di casolari abbandonati a sé stessi, occupati dai braccianti senza alcun intervento da parte delle autorità.

Ciò che ci racconta Alice però, è la vita che hanno dovuto affrontare le persone abitanti del campo di San FerdinandoScopriamo subito che la cooperativa di riferimento aveva lasciato l’incarico a marzo 2021, per mancanza di finanziamenti.

 

San Ferdinando si è trasformata immediatamente in un luogo con condizioni igienico-sanitarie disastrose. Tutti gli accessi erano controllati e per tutto l’inverno non vi è stato il ritiro dei rifiuti. Come se non bastasse, l’illuminazione era completamente assente e i bagni del campo privi di manutenzione.

Gli interventi di MEDU sono stati mirati a risolvere quanto appena detto.

Infatti, è stata richiesta l’immediata riparazione dell’illuminazione, rimasta in sospeso fino alla settimana scorsa, quando i tecnici sono arrivati e hanno agganciato la luce esclusivamente nel piazzale esterno. Anche la riparazione dei bagni era assolutamente necessaria: su 7 container, ne funzionano 2 o 3. Impellente anche il problema dell’assenza di acqua calda.

Dal 21 marzo qualcosa è cambiato: sono arrivati i fondi al Comune e con essi sono stati ufficializzati due interventi: l’allaccio della luce nel piazzale e lo spostamento dei rifiuti dalla strada all’area container.

Ciò che ho trovato estremamente interessante nel racconto di Alice, è stata la strana mappatura della stagionalità di quest’anno.

Due esempi pratici: a fine dicembre dovevano ancora arrivare persone, molti sono tornati nella zona di Foggia e Napoli dove hanno portato avanti le pratiche per i documenti. In altri anni, lo avrebbero fatto in differenti periodi.

Il motivo ci spiega Alice è chiaro: vi è stata una riduzione degli ordini e una conseguente riduzione del lavoro. Il calo della produzione è causato dalla stagione dell’anno scorso: a marzo 2021 un periodo freddo, a novembre 2021 un autunno caldo scandito da pioggia. 

Dal punto di vista sanitario, Alice ci conferma che sono stati effettuati pochissimi tamponi domiciliari con un bassissimo rilevamento di positivi. Al tempo stesso è stata fatta una buona campagna vaccinale.

Dal punto di vista socio-legale, le dinamiche sono rimaste le stesse degli anni passati. Regna sovrano il lavoro grigio, con poche giornate in busta paga e contratti inesistenti. La stagione di lavoro dura circa un mese o un mese e mezzo. Il pagamento è su base quotidiana a cottimo.

 

Da aprile 2022 MEDU lascerà la piana e tornerà in autunno. Le prospettive sugli insediamenti sono vaghe.

San Ferdinando si dice debba essere sgomberata ma allo stesso tempo non c’è un reale piano abitativo alternativo. A Taurianova è in corso un progetto che, sotto i fondi supreme, riguarda la costruzione di un villaggio globale che corrisponde ad un nuovo campo abitativo con servizi essenziali previsti. 

 

Cosa possiamo capire da questa breve intervista? 

Innanzitutto la volontà di sgomberare un luogo indecoroso dal punto di vista sanitario deve essere inversamente proporzionale alla creazione di un luogo sicuro, pulito e consono alle normali condizioni abitative.

È inammissibile che l’intervento di un soggetto, in questo caso il Comune, sia strettamente legato alla ricezione o meno di finanziamenti. Ricordiamo che molti di questi interventi erano considerati obbligatori dal punto di vista dell’igiene e della sicurezza persone.

Ma soprattutto, dobbiamo capire che il lavoro grigio è la nuova forma legale e democratica di un caporalato presente ed incancrenito nei territori che lo vivono.

 

Tutte le foto sono state scattate da MEDU.