Preavviso di appena 48 ore ed ecco il blitz con l’esercito. Il Cara di Castelnuovo di Porto, il secondo più grande d’Italia dopo quello di Mineo, nel giro di pochi giorni sarà chiuso.

Chiuso il centro, mandati via i migranti e distribuiti in chissà quali strutture. Ognuno dovrà ricominciare un nuovo percorso d’integrazione, scolastico, lavorativo, umano.

150 migranti titolari di protezione umanitaria che, per effetto del decreto Salvini, non potendo più ambire a passare in uno Sprar, perdono anche il diritto alla prima accoglienza.

Ieri si è concluso il primo grande successo di Salvini e della sua politica repressiva e ostile.

Castelnuovo è il fallimento di tutti noi, di un’Italia che da anni affronta il fenomeno migratorio ma che da alcuni mesi affronta il fenomeno dell’ostilità e dell’avversione.
Castelnuovo non è un barcone, non è una nave di una ONG. Castelnuovo è parte di un sistema che doveva e non sarebbe dovuto essere rimosso.
Oggi Castelnuovo è la dimostrazione che l’Italia (in quanto Stato e non in quanto cittadini che forse si vedono lontani da tali decisioni) non ha più intenzione di impegnarsi in politiche di integrazione e cooperazione.

E così ritorniamo al punto principale del Decreto Salvini: 120 progetti Sprar a rischio. 120 progetti che funzionavano, perché supportati e sostenuti molto spesso dai Comuni di appartenenza.

Situazione di stallo anche per tutte quelle strutture (e in Italia sono tante) che nate come Centri di accoglienza straordinaria, su input delle prefetture durante il precedente governo, erano in corso di trasformazione in Sprar, trasferendone dunque la gestione dallo Stato ai Comuni.

 

Ma allora perché rimuovere un sistema efficace ed efficiente? Perché limitare i Comuni arrivando a generare un collasso ed una stagnazione a livello statale?

La risposta vogliamo lasciarla a voi. Datene la più libera interpretazione.

Purtroppo Castelnuovo è il simbolo di una politica dura ma altrettanto chiara. Come duro è il fenomeno che a malincuore siamo costretti ad assistere.

Ciò che captiamo dal governo è: l’inclusione sociale lasciamo a qualcun altro, ora l’obiettivo è una controllo esclusivo del fenomeno e del sistema.

Una controllo solo ed esclusivamente sotto il Ministro dell’Interno.

Perché di fondo, a chi importa di Anthony, nigeriano e sagrestano nella parrocchia di Castelnuovo di Porto?
Ad ogni modo noi, continueremo a guardare il mondo con gli occhi degli altri, perché quella è l’essenza della democrazia.

Il Pulmino Verde

Foto di @francescoassisi