Di Marco Ceretto Castigliano

 

Dal 1 Giugno in Grecia comincerà lo sfratto di circa 8.000 persone, tra i rifugiati aventi diritto di asilo e (circa 7.500) e tra coloro che hanno ricevuto il diniego da parte delle autorità.

In seguito alla decisione del Ministro greco all’immigrazione e all’asilo, Notis Mitarakis, tutti coloro che ricevo l’asilo dovranno lasciare l’appartamento o il campo, entrambe soluzioni abitative sovvenzionate dall’Unione Europea, La soluzione si sarebbe dovuta adottare già tempo fa, ma la crisi epidemiologica dovuta al COVID-19 ha consentito una proroga del decreto.

Le circa 7.500 persone sono ospitate in appartamenti, campi profughi e  alberghi. Ora queste persone perderanno anche l’accesso all’indennità mensile (sempre a carico dell’UE) di 90€.

Il programma greco (che in Italia chiameremmo di “accoglienza diffusa”) si chiama ESTIA ed è gestito dall’Alto Commissariato ONU per i rifugiati. ESTIA è stato creato per dare aiuto ai richiedenti asilo nel periodo di  valutazione della loro richiesta. E’ un piano finanziato dall’Unione Europea, ma le cui regole sono dettate dal governo Greco.

Questa decisione dura e, a tratti, incomprensibile del governo Greco ha messo in allarme le ONG presenti sul territorio, ma anche l’UNHCR che, nelle parole di Boris Cheshirkov, portavoce di UNHCR Grecia, “lasceranno l’assistenza, ma senza aver accesso effettivo ai benefici sociali e al sostegno”, lasciando sulla strada, senza un luogo sicuro in cui stare e per di più in una situazione di totale indigenza, molte persone che avrebbe diritto a un ben diverso trattamento.

Due giorni fa, mercoledì 27 maggio, alcuni richiedenti asilo sottoposti a questa aspra misura hanno costituito un collettivo e creato la pagina Facebook “Not Leaving My Home” e qui sotto vi riportiamo, tradotto, il loro comunicato:

“Il ministro dell’Immigrazione e dell’Asilo, Notis Mitarakis, ha avuto un incontro con il capo dell’Alto Commissario dell’Onu per i rifugiati in Grecia, Philippe Leclerc, sull’allontanamento dei rifugiati riconosciuti dalle strutture e dagli appartamenti. In sostanza, si tratta di sfratti. Da stime approssimative, si tratta di 8.000 persone”.

“Secondo un importante post del ministro sui social network, il piano riguarda i rifugiati riconosciuti, ma anche le persone che hanno ricevuto una risposta di diniego. Si osserva inoltre che “gli alloggi liberati da queste uscite, saranno disponibili per decongestionare ulteriormente le isole dell’Egeo orientale, un obiettivo comune per il Ministero dell’Immigrazione e dell’Asilo e per l’Alta Commissione. “

“La partenza delle persone dalle strutture e dagli appartamenti del programma “Casa” dei richiedenti asilo che hanno ricevuto il riconoscimento da più di 30 giorni, è prevista per l’01/06. Per una direttiva ministeriale dello scorso aprile, il periodo è prorogato per le famiglie, un cui membro sia afflitto da gravi problemi di salute, per le donne in gravidanza avanzata nonché per i minori non accompagnati.”

Il rischio è che le piazze e i parchi di Atene e altre città greche si riempiano di rifugiati, disperati e senza tetto, scrive il quotidiano indipendente Efsyn. “Il risultato dovrebbe essere devastante. E non solo per i rifugiati stessi”.

Il Comune di Atene, i collettivi antirazzisti e le organizzazioni attive nell’accoglienza di migranti e rifugiati si stanno attivando per trovare sistemazioni di fortuna e fornire assistenza di prima necessità ai bisognosi.

Vi terremo aggiornati sugli sviluppi della situazione.

Stay Human.