di Roberto Cascino
Le settimane appena trascorse hanno sancito il passaggio di consegne dall’esecutivo precedente, presieduto da Giuseppe Conte, a quello attuale con a capo Mario Draghi. Abbiamo assistito a una comunione di intenti rimarchevole da parte di partiti politici avversari (o presunti tali), a maratone televisive infinite e abbiamo pronunciato la frase shock because in tutte le variazioni fonetiche possibili.
In questo carosello di avvenimenti, però, sembra che sia stato messo in secondo piano un evento fondamentale che coinvolge la nostra nazione.
Nel caso non lo ricordaste, o proprio non ve ne foste accorti, l’Italia è per il 2021 alla presidenza del G20. Questa carica non comporta (o non comporterebbe) solo un altisonante titolo da mantenere fino a fine ottobre. È un’investitura che porta ad operare con governi, economie e società civili di tutto il mondo per fronteggiare il cambiamento climatico, supportare l’innovazione, ridurre povertà e disuguaglianze.
Certamente si tratta di un impegno prestigioso che cade in un anno così particolare, anno in cui la contingenza politica e le circostanze storiche fanno parlare a tutti di un Governo di Unità Nazionale.
Se però lasciamo da parte la retorica della ripartenza, stucchevole in bocca come le caramelle mou scadute, ci possiamo ben rendere conto che a tutti gli effetti il 2021 è un anno cerniera, uno spartiacque del secolo.
People, Planet, Prosperity
Le colonne portanti, le parole d’ordine, i temi di ogni incontro. Persone, pianeta e prosperità sono le tre linee guida che sono e saranno utilizzate come punto di riferimento in ogni appuntamento. Cosa vuol dire questo all’atto pratico?
Come per ogni manifesto programmatico c’è il rischio concreto che intenzioni così lodevoli su carta poi non trovino seguito nella realtà.
L’impegno profuso dalla delegazione italiana sembra sottolineare quanto effettivamente questo turno di presidenza conti più di una vetrina. Le prese di posizione forti assunte dagli sherpa, ossia dagli advisor e dai delegati che lavorano dietro le quinte negli incontri off the record, devono essere sottoscritte e rispettate dai decisori e dai frontman politici.
In questo momento di ritrovata comunione d’intenti politici ci aspetteremmo che non solo il nuovo Presidente del Consiglio, ma tutti i rappresentanti della maggioranza partecipino con efficacia e senza posizioni pregiudiziali ai lavori dei prossimi mesi.
Questo vuol dire, in primo luogo, rispettare con serietà gli impegni internazionali. Potrebbe sembrare scontato, ma negli anni recenti abbiamo dovuto assistere al boicottaggio di incontri multilaterali fondamentali a favore di appuntamenti più frivoli e/o di puro tornaconto personale. Quindi: affrontare ognuno dei tre temi principali con l’intento di portare a casa un risultato duraturo e condiviso, qualcosa che negli anni a seguire venga ricordato come Protocollo di Roma e non sia dimenticato dopo l’atto conclusivo della presidenza il 31 ottobre.
Ci vuole impegno e dedizione ma, se questo Governo ha intenzione di riportare davvero questi temi al centro del dibattito internazionale, queste due prerogative sono solo il principio. Dopo tante parole di benevolenza nei confronti dell’Ue (per alcuni il rapporto con l’Unione europea è sbocciato così, di colpo, ma siamo a San Valentino e nell’amore ci vogliamo credere) è giunto quindi il momento di fare valere il nostro peso all’interno della comunità di cui facciamo parte.
Anche l’Unione è compresa tra i grandi 20 che si riuniscono, quindi noi come Italia godiamo di una doppia rappresentanza e “giochiamo” in casa. Non è possibile far scivolare via questa possibilità, anche per riqualificarsi come potenza regionale.
Infine, proviamo tutti quanti ad evitare la retorica del lo facciamo per il futuro dei nostri figli/nipoti. Questa linea di principio potrebbe anche valere per la dinamica politica che, a partire dai prossimi giorni, riguarderà piani relativi ai fondi Next Generation Eu. Da una parte, ci sono alcuni interventi strutturali necessari in questo Paese, ma non è questo il perimetro di riferimento. Dall’altra bisogna agire prontamente sul tema delle disuguaglianze, del razzismo e della xenofobia e bisogna farlo subito, senza aspettare che i benefici siano attuabili dalla prossima generazione. Ci sono milioni di persone nel mondo che quotidianamente subiscono vessazioni, persecuzioni e soprusi anche istituzionalizzati, e non possono vivere solamente con la speranza di un futuro migliore per i loro figli.
È possibile fare questo discorso per ogni appuntamento importante? Forse. Siamo naif, ingenui e forse troppo idealisti? Probabilmente sì e se avete letto fino a qui, è verosimile che voi condividiate la nostra ingenuità e il nostro idealismo. Ma raramente abbiamo l’opportunitá di essere coinvolti così da vicino, in maniera tale che anche noi come membri della società civile possiamo partecipare, virtualmente, e influenzare, direttamente, il percorso intrapreso da sherpa e decisori.
Come possiamo interagire/agire/farci sentire:
- Seguire i canali social, Facebook, Twitter, Instagram del G20 Italy
- Consultare il Calendario Eventi
- Seguire gli Engagement Groups della società civile e i relativi mezzi di comunicazione
- Da segnare: a Matera il 29 giugno si terrà l’incontro ufficiale dei Ministri degli Esteri e per la Cooperazione
- Seguire Il Pulmino Verde, perché ci occupiamo di SDG’s e di temi collegati
Nota a margine: il logo il mio falegname con 20mila lire lo faceva meglio.