di Fernanda Torre

Come un fulmine a ciel sereno, le immagini di Lampedusa arrivano sui nostri giornali, nelle nostre televisioni, nei nostri canali social.  Lampedusa è allo stremo. Ma capiamone il motivo: cosa ha portato alla situazione attuale? 

La risposta è questa: il sistema. O meglio, un sistema ideato e pensato per la disgregazione dei servizi di accoglienza e inclusione.

Per anni Lampedusa è stata immaginata e pensata come un luogo dove raccogliere migranti, al fine di essere stipati nei centri di primo soccorso e/o hotspot e, infine, reindirizzati nelle differenti province italiane. 

Un iter che ha sempre contraddistinto le persone approdate a Lampedusa. Si arriva, si viene indirizzati, schedati, stipati e redistribuiti in un centro di accoglienza. In quel luogo nuovo devi poi impegnarti a creare un tessuto sociale, un lavoro, una conoscenza del territorio, un’istruzione, la conoscenza di una lingua, una vita. 

Lampedusa è stata da sempre disumanizzata dai Governi e dalle Istituzioni. È stata sempre privata della sua identità e della sua storia di accoglienza e inclusione. Quella che oggi si riscopre tra le vie dell’isola, nei luoghi di incontri e nei gesti di solidarietà. 

È quel sistema che in questi giorni è collassato portando circa 7.000 persone ferme lungo il perimetro del molo, rendendo visibile come la Croce Rossa e la Prefettura vagassero nel buio.

Ai piani più alti, si è deciso in un venerdì pre-autunnale di diffondere un video della Presidente Giorgia Meloni che, oltre a citare numerose nefandezze (che vi suggeriamo di leggere al seguente articolo de Il Post) ci ricorda di come l’Italia debba porsi da paladina dei propri confini e da testimone  della riuscita del blocco navale, che ricordiamo essere totalmente irrealizzabile di fronte a barriere naturali come quelle marittime.

La Presidente Giorgia Meloni ci informa che in breve tempo un nuovo Decreto sarà pronto, che porterà in primis all’apertura di nuovi CPR e all’aumento della detenzione amministrativa fino ad un massimo di 18 mesi.

Evidentemente, dopo il Decreto Cutro, il Governo ha la necessità di trovare un nuovo caso di studio e di nuovo caso mediatico

Chiudiamo questo breve articolo vedendo in Lampedusa l’immagine di cosa significhi uno Stato assente e di come, nonostante tutto, la solidarietà delle persone sia testimone di speranza. 

Noi non rimarremo a guardare il volo pindarico che farà questo Paese, sempre più vicino a ideologie razziste, anticostituzionali e antieuropeiste.

 

La foto in copertina è stata scattata questa estate da Daniele Gallina, a bordo della terza missione della Mare*GO di Zusammenland. Trovi qui l’intervista uscita sul nostro sito.